Animazione socioculturale e comunità

Reinventare legami sociali 

La comunità svolge un ruolo fondamentale in sociopsichiatria e nella salute mentale in generale. Il concetto di comunità in sociopsichiatria si riferisce alla creazione di ambienti di cura che coinvolgono attivamente le persone che vivono con problemi di salute mentale, i loro familiari, gli operatori sanitari e la comunità locale nel processo di guarigione e sostegno. 

Negli anni ’70 diverse esperienze hanno messo in luce la necessità di superare quei meccanismi manicomiali, caratterizzanti, per molto tempo, differenti ambiti lavorativi e istituzionali. Parliamo di meccanismi manicomiali poiché questi travalicano le Istituzioni e le strutture, essendo aspetti critici che intervengono sia nel rapporto relazionale che sussiste fra curante e curato sia nel rapporto che ognuno di noi intesse con la propria follia. 

L’esperienza di una sociopsichiatria territoriale, sviluppatasi in Ticino soprattutto grazie alla LASP (Legge sull’assistenza sociopsichiatrica cantonale), ha maggiore valore terapeutico proporzionalmente alla volontà e alla capacità degli attori coinvolti d’intessere buone relazioni. Potremmo evidenziare i seguenti punti: 

1. Supporto sociale
La comunità offre una rete di supporto sociale alle persone affette da disturbi mentali. Il sostegno emotivo, la comprensione e la “vicinanza” dei membri della comunità possono contribuire a ridurre l’isolamento sociale e promuovere un senso di appartenenza.

2. Riduzione dello stigma
Una comunità inclusiva e ben informata può contribuire a ridurre lo stigma associato ai disturbi mentali. Sensibilizzare la comunità ai problemi di salute mentale può favorire la comprensione e l’accettazione delle persone che ne soffrono, aiutando a creare un ambiente più inclusivo.

3. Accesso a servizi e risorse
Una comunità ben organizzata può facilitare l’accesso ai servizi e alle risorse necessarie per la presa a carico e il sostegno delle persone che soffrono di un disturbo mentale. Ciò può includere servizi di salute mentale, strutture come i centri diurni, programmi di riabilitazione, opportunità di formazione e, qualora il contesto socio economico sia favorevole, inserimento lavorativo.

4. Partecipazione attiva
Coinvolgere le persone nella progettazione e nell’implementazione dei servizi di salute mentale a livello comunitario può favorire la partecipazione attiva e l’autodeterminazione. Questo coinvolgimento può includere la partecipazione, ad esempio, nei gruppi di supporto, la condivisione delle proprie esperienze e la collaborazione nella pianificazione delle politiche di salute mentale, la possibilità data a persone con problemi mentali o psichici di assumere un ruolo attivo nella formazione degli studenti e del personale.

5. Prevenzione
La comunità può svolgere un ruolo chiave nella prevenzione dei disturbi mentali. Promuovere la consapevolezza sui fattori di rischio, offrire programmi di educazione sulla salute mentale e fornire un ambiente sicuro e sano possono contribuire a prevenire lo sviluppo di problemi di salute mentale nella popolazione.

 

In generale, il valore della comunità in psichiatria risiede nella creazione di un contesto di supporto, comprensione e inclusione per le persone che soffrono a causa di disturbi mentali. Un approccio basato sulla comunità può favorire il recupero, migliorare la qualità di vita delle persone interessate e promuovere una visione globale della salute mentale che coinvolge l’intera comunità. 

Reimmaginare e ricostruire questo approccio, oggi, è una priorità. L’influsso della standardizzazione, del rendimento, dell’aumento degli aspetti burocratici, ma anche la complessità della realtà sociale, l’influenza delle neuroscienze nell’ambito psicologico impongono una pratica professionale che tenga realmente conto dei punti sopra indicati. 

La realtà dei Club terapeutici (ad esempio, il Club ’74) presenti sul territorio cantonale resiste alla tentazione di dare subito risposta ai bisogni delle persone. Paradossalmente, questo approccio ha isolato i servizi dal rapporto vitale che invece andrebbe intrecciato e costruito con il territorio, con la comunità che non demanda la questione della salute mentale solo ai professionisti, bensì se ne occupa poiché direttamente interessata. 

La relazione fondamentale fra comunità e servizi di salute mentale, che permette quella che potremmo definire semplificando una sociopsichiatria democratica e umana, sta nel coinvolgimento e nella mediazione della politica. Questo coinvolgimento è necessario affinché i servizi non siano “sul” territorio, ma “del” territorio. Rilanciare oggi una politica di salute mentale vuol dire in primo luogo affrontare due temi centrali: 

  • il tema della violenza: perché la sociopsichiatria ha inevitabilmente a che fare con questa questione da un punto di vista antropologico. Vi è un concreto rischio che un approccio troppo difensivo metta in discussione la cura, il valore della cittadinanza e il rispetto dei diritti umani. Vi è, quindi, un importante “costo” umano oltre che finanziario causato da trattamenti che potrebbero essere eventualmente evitati (costi legati a ricoveri coatti e degenza ospedaliera, costi collegati alla somministrazione di farmaci, ecc.)
  • il tema della legittimazione: per superare l’approccio sanitario, realtà ed esperienze che non si rifanno ad un pensiero strettamente scientifico hanno la necessità di essere riconosciute, in primis, dalle stesse istituzioni e dagli apparati che le supportano. Attraverso il concetto e lo strumento Club terapeutico, il Servizio di socioterapia dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) promuove una politica di legami fra diversi ambiti (politici, sociali, istituzionali, ambiti formativi, ambiti affini alle arti, collaborazioni formali e informali, ecc.) attingendo alle risorse di tutti gli attori coinvolti.

La realtà sociale così complessa e l’ambito sociopsichiatrico hanno necessità di un nuovo slancio ideale, di una rinascita emozionale e culturale di noi tutti. Anche in psichiatria e in salute mentale è necessario uno sguardo allargato che non consideri la comunità come la banale somma di categorie di persone, ma la interpreti come luogo dove tutti partecipano e contribuiscono alla ricerca di un benessere collettivo. Ognuno con i propri tempi, modalità, differenze e specificità. 

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Una risposta a “Animazione socioculturale e comunità”

  1. Erna Fontaine

    Grazie

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