Aprirsi al mondo una pagina alla volta

Come Hermann Hesse mi ha ispirata a cercare un sentiero 

Da quando sono piccola, ho ricordi di me con un libro in mano. Alle elementari i libri erano i miei migliori amici, e questo hanno continuato a essere in tutti questi anni. Quando lavoravo come docente nelle scuole medie, trascorrevo tutte le mie pause in biblioteca, leggendo i nuovi arrivi, recensendoli talvolta per gli studenti, per me, per qualche blog. Come se sentissi la necessità che quelle letture, quegli incontri, non rimanessero sospesi, ma riuscissero a diventare una nuova possibile via. 

Aprire un libro è un gesto quasi invisibile, sottovalutato.

Nel traffico intenso delle nostre giornate, magari su un treno, sull’autobus o nella comodità di un divano, una pagina può cambiare tutto. Ed ecco, un nuovo libro viene aggiunto alla nostra biblioteca interiore. Non perché ci somiglia, ma perché ci sposta. Non perché conferma ciò che siamo, ma perché ci rivela quello che potremmo ancora diventare. A volte è come camminare senza una meta precisa, lasciare che un testo ci interroghi, senza la fretta di rispondere. Sono gesti che si abitano, come una domanda che dura una vita. 

Negli ultimi due anni questo gesto di apertura è diventato un’occupazione, un modo di occupare in maniera ancora più meravigliosa il tempo.

Una ricerca di me stessa dentro i libri e una ricerca di libri che mi aiutino a conoscere meglio me stessa, il mondo che mi abita e quello in cui abito.

Una lettura condivisa in luoghi ogni volta diversi, con ospiti che lo sono altrettanto. 

È così che è nata Hesse Now, la rassegna con cui cerco di capire quali siano i libri che possano comporre una nuova biblioteca della letteratura universale,

un’iniziativa dove il tempo sembra rallentare, ricordandomi che esiste ancora uno spazio per l’intensità, per l’intimità del pensiero, per quella forma di cura che guarisce e accompagna. Che non chiude, ma apre. 

Era il 1929 quando Hermann Hesse pubblicò il suo Eine Bibliothek der Weltliteratur – Una biblioteca della letteratura universale – un libro che dava consigli concreti su come costruire la propria biblioteca ideale. Quali erano i testi che non sarebbero mai dovuti mancare tra gli scaffali? E, oggi, quasi cent’anni dopo, quali devono trovare posto tra le mura di casa nostra, tra le pagine della nostra mente? Il mondo letterario è profondamente cambiato: oggi si accendono i riflettori su voci prima trascurate – donne, autori e autrici di altre culture, scritture ibride, polifoniche, liminali. Così, ogni incontro diventa un’opportunità per aggiornare simbolicamente la biblioteca di Hesse, per interrogarci sul nostro canone, per scegliere nuovi compagni di viaggio che riflettano il mondo contemporaneo con tutte le sue complessità e meraviglie. Perché aggiungere un libro alla propria biblioteca, così come alla propria anima, non è mai solo un fatto individuale, è anche un atto di responsabilità collettiva:

perché più siamo attraversati da parole diverse, più diventiamo capaci di ospitare le storie degli altri e di sostare nel non-sapere senza sentirci perduti.

In un tempo in cui si teme lo smarrimento, è forse proprio lo smarrirsi – con grazia – a poterci salvare, una pagina alla volta. 

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