ICU Diary
Relazioni umane o relazioni umano-cyborg?
In alcune realtà ospedaliere intensive l’arte della scrittura a mano di diari da parte di familiari, personale sanitario e di infermieri di terapia intensiva risulta essere parte integrante del percorso di cura a medio-lungo termine per pazienti e familiari coinvolti in un percorso di follow-up. Con l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale (IA) ci sono alcuni studi che vorrebbero delegare la scrittura dei diari di terapia intensiva a un campo dell’informatica che si concentra sulla creazione di sistemi e macchine progettati per imitare alcuni aspetti del pensiero umano come il ragionamento, la percezione, il problem solving, il linguaggio naturale e l’apprendimento.
20 Febbraio 2025 – Medical Humanities, Educazione, Etica, LibertàTempo di lettura: 11 minuti
20 Febbraio 2025
Medical Humanities, Educazione, Etica, Libertà
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Firenze, seconda metà abbondante del 1400, da un lato lo sguardo rivolto a quel «fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sanzia» (Purgatorio XIV) e dal lato opposto lo sguardo rivolto a una delle opere più importanti del Rinascimento: Santa Maria Novella. La struttura sensoriale dei piedi, invece, è a contatto con un terreno umido, soffice e tiepido che ci racconta la sua storia: acquistato da Bernardo Rucellari e dalla consorte Nannina de’ Medici, per edificarne abitazione e giardino, vide nascere l’Accademia Platonica dove giovani aristocratici del tempo discutevano di politica, letteratura, arte e filosofia. Come suggerisce Pietro Crinito «nel giardino si trovano viali di viti e alberi da frutto che conducevano dalla parte soleggiata fin dentro il sacro bosco, esso stesso collezione antiquaria di essenze arboree immortalate dai poeti latini e dove, in un’atmosfera suggestiva (…) erano disposti sedili per gli ospiti».
Nell’orto della filosofia scorre l’effetto biofilia che fa risuonare l’amore per la vita e dunque l’amore per la conoscenza in uno stretto legame tra etica ed estetica. «La potenza simbolica del giardino sta dunque nell’unire e nel far dialogare: luogo in cui coltivare con cura la difficile arte della conversazione, accogliendo nel suo rigoglioso verde le differenti specie di piante e animali, insegnandoci a non escludere le opinioni con ascolto e inclusione in uno spazio in cui pensare, ma anche luogo a cui pensare» (Maglione, 2024). In questa ideale cornice privilegiata echeggiano quesiti a cui pensare:
l’IA può essere considerata un furto intellettuale? Come gli insegnamenti dei tempi passati possono aiutarci nelle scelte consapevoli di oggi?
Nello scenario sanitario ospedaliero alcuni recenti studi (E. Peschel et al., 2024) vorrebbero delegare la scrittura di diari di terapia intensiva all’IA: i pazienti e le famiglie nelle unità di terapia intensiva (ICU) traggono beneficio dalla scrittura dei diari, migliorando la comprensione delle loro esperienze vissute a medio-lungo termine nel percorso di cura. La carenza di personale e la limitatezza del tempo a disposizione da parte degli operatori sanitari limitano fortemente l’attività e l’applicazione dei diari stessi. Per contrastare questa limitazione, la creazione di diari di terapia intensiva grazie all’utilizzo dell’IA potrebbe essere una soluzione.
Sul territorio italiano il codice deontologico degli infermieri del 2019 definisce, oltre alle norme dell’agire professionale, i principi guida che strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione con l’assistito. All’articolo 55 del suddetto codice viene enunciato che «L’infermiere si attiva per l’analisi dei dilemmi etici e contribuisce al loro approfondimento e alla loro discussione. Promuove il ricorso alla consulenza etica e al confronto, anche coinvolgendo l’Ordine Professionale».
In qualità di professionisti, siamo in grado di comprendere in chiave etica rischi e benefici potenzialmente associati all’utilizzo di tale tecnologia a breve-medio termine?
Rispetto della dignità umana, giustizia e non discriminazione, trasparenza e responsabilità, consenso informato, beneficio sociale, accountability sono alcuni esempi da analizzare con consapevolezza prima di procedere alla scrittura di diari di terapia intensiva da parte dell’IA per comprendere quanto siamo fruitori dell’IA o al servizio di essa.
A quale forma di conoscenza e a quali dilemmi etici siamo chiamati a rispondere sulla scrittura di diari di terapia intensiva? Come contribuiamo al loro approfondimento e alla loro discussione per la tutela dei pazienti nel concetto che i greci racchiudevano nel nome aletheia? Dal greco letteralmente significa disvelamento di ciò che scriviamo sulle pagine bianche dei diari ed è vero per ciò che non è occultato, ma è ciò che appare per quello che realmente è nel vissuto della cura. Il pensiero scritto a mano e non guidato da freddi e impersonali algoritmi è fedele ai cinque sensi, a ciò che concerne gli aspetti essenziali dell’essere: attraverso vista, tatto, udito, gusto e olfatto le percezioni sensoriali, guidate dall’orientamento culturale, lasciano spazio all’espressione della sensibilità individuale e proprio lì, nella dimensione sensoriale dell’essere, il pensiero può dire soltanto ciò che è nell’esperienza umana della cura. Qualunque altro attributo si voglia concedere al pensiero, significherebbe oggettivare un pensiero non reale che diverrebbe inconsistente e cadrebbe, così, nell’errore (Le Breton, 2007).
Successivamente alla dimissione dalla terapia intensiva la lettura da parte di pazienti e familiari del ICU diary ha lo scopo di offrire benefici nel percorso di cura a medio-lungo termine, fornendo dettagli e informazioni che potrebbero sostenere i pazienti e i familiari ad abbandonare esperienze irrealistiche, colmare vuoti memonici, ricostruire la loro esperienza, affrontare emozioni e sintomi negativi, acquisendo così, nuovamente, un senso della realtà. (Garrouste-Orgeas et al., 2019).
Se il diario di terapia intensiva venisse generato da IA potrebbe creare un tessuto relazionale profondo in cui pazienti e familiari intrecciano una relazione emozionale ed empatica con un sistema operativo al punto, forse, di esserne condizionati perdendo così il contatto con la realtà. Realtà, dice il pensiero comune, è tutto ciò che esiste. Più precisamente è tutto ciò che esiste effettivamente, in contrapposizione con ciò che invece, è illusorio, immaginario e fittizio. La filosofia ci insegna, invece, a distinguere con attenzione e a fare chiarezza nei concetti che troppo spesso impieghiamo disinvoltamente e senza le dovute attenzioni. Sulle orme di Hegel, Fusaro propone una correzione sul concetto filosofico di realtà: realtà è ciò che, esistendo effettivamente, esprime una razionalità.
Non tutto ciò che esiste, dunque, è in quanto tale reale.
Bibliografia
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M. Garrouste-Orgeas, C. Flahault, I. Vinatier, JP. Rigaud, N. Thieulot-Rolin, E. Mercier, A. Rouget, et al., «Effect of an ICU Diary on Posttraumatic Stress Disorder Symptoms Among Patients Receiving Mechanical Ventilation: A Randomized Clinical Trial», JAMA, 322, n. 3, 2019, pp. 229–39.
D. Le Breton, Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi, Raffaello Cortina Editore, 2007.
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E. Peschel, S. Krotsetis, A. Seidlein, P. Nydhahl, «Opening Pandora’s box by generating ICU diaries through artificial intelligence: a hypothetical study protocol», Intensive & Critical Care Nursing n. 82, 2024, pp 1-5.
E. Peschel, S. Krotsetis, P. Nydhahl, «Should we use artificial intelligence (AI) for writing ICU diaries? Yes!», Intensive & Critical Care Nursing n. 86, 2025 pp 1-3.
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