Il fuoco
Passato, presente e futuro del mondo
16 Ottobre 2023 – StoriaTempo di lettura: 12 minuti
16 Ottobre 2023
Storia,
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Tra le scoperte più importanti che possiamo attribuire all’homo erectus vi è certamente quella del fuoco, che ha permesso di mutare radicalmente comportamenti e stili di vita. La scoperta risale a circa 500.000 anni fa e fu una conseguenza di un evento naturale come un’eruzione vulcanica o un incendio spontaneo. Il problema iniziale fu quello di mantenere il fuoco sempre acceso attraverso bracieri e rifornimenti di legna; i clan quando si spostavano verso nuovi territori di caccia si portavano dietro il fuoco. In seguito, furono sviluppati diversi metodi di accensione, come il sistema a percussione battendo insieme pietre minerali, il sistema a frizione, strofinando pezzi di legno e altri sistemi man mano più evoluti. L’utilità del fuoco consisteva nel suo uso come difesa, come arma, permetteva di scaldarsi, di illuminare, di cuocere il cibo, di sterilizzare, di comunicare e di lavorare i metalli. Oltre a dimensioni pratiche, il fuoco assume anche un’utilità sociale: il fuoco aggrega, consolida i rapporti umani, la comunicazione, lo sviluppo del linguaggio e dei legami affettivi.
Il fuoco rappresenta la forza, espressione dei più potenti spiriti della natura: il fumo che emana è stato considerato come mezzo di comunicazione tra il mondo umano e quello divino. I rituali di spegnimento e di riaccensione del fuoco sacro significavano passare dal caos e dalla morte al trionfo della vita e alla ricostruzione del cosmo. Il “focolare” simboleggiò la continuità e l’unità delle comunità e delle famiglie. Oggi le religioni islamiche ed ebraiche vietano la cremazione, per evitare di inquinare il fuoco con l’impurità dei cadaveri. Il fuoco simboleggia anche l’amore e il desiderio sessuale. Lo sfregamento dei corpi degli amanti durante l’atto sessuale genera calore, ricordando le modalità di frizione per l’accensione dei fuochi sacri. Con i suoi aspetti positivi e negativi il fuoco è diventato un ottimo simbolo per rappresentare sia il bene che il male.
«Laudati sì, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennalumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte» (Francesco d’Assisi: Cantico delle creature. vv 17-19).
Il fuoco è il primo dei quattro elementi fondamentali secondo le cosmogonie occidentali e le tradizioni sapienziali dell’antichità. In alchimia è associato al numero 1, in quanto simbolo dell’unità da cui hanno avuto origine gli altri tre elementi.
«Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt. 25,41).
Sono le terribili parole che Gesù Cristo pronuncerà nel giudizio universale per coloro che sono morti privi della grazia di Dio e che non hanno raggiunto la salvezza eterna. Nell’inferno inteso come verità dogmatica sicuramente il fuoco esiste, anche se noi non ne conosciamo la natura.
Il calore viene universalmente usato per alleviare il dolore in caso di acuzie infiammatorie, il calore ha un effetto rilassante sulla muscolatura e può, quindi, alleviare dolori che causano tensione muscolare. Il fuoco ha un potere terapeutico, la terapia del fuoco consiste nel sedersi davanti ad un camino e lasciarsi trasportare dal crepitio della legna e del fuoco, il fuoco ha un potere ipnotico, per molte persone rappresenta una sensazione di pace di tranquillità. Un’altra delle basi della terapia del fuoco è che offre valore alle relazioni sociali, il fuoco invita le persone ad aprirsi con chi ci sta intorno.
Nella mitologia antica, Prometeo – dal greco “Colui che pensa prima” – titano appartenente alla stirpe delle divinità preesistenti a Zeus insieme al fratello Epimeteo – dal greco “Colui che pensa dopo” – si rende protagonista della creazione degli uomini, dona loro l’intelligenza e la tecnica ed inganna Zeus donando agli uomini una scintilla di fuoco. Per questo motivo sarà condannato ad una terribile punizione. Verrà, infatti, incatenato alle montagne del Caucaso dove un’aquila ad ogni alba planerà e gli mangerà il fegato, il quale ricrescerà durante la notte. Questo supplizio durerà cinquecento anni finché Esiodo, uccidendo l’aquila, porrà fine a questa tortura.
L’ Araba Fenice è stata considerata nella leggenda un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte, simbolo di morte e di resurrezione associato alla resilienza e al potere. Per gli antichi egizi l’araba non era simile ad un uccello tropicale ma ad un passero o ad un airone e non rinasceva dal fuoco ma dall’acqua. La Fenice da sempre è un simbolo di forza, si diceva addirittura che le sue lacrime fossero curative. Riuscendo poi a controllare il fuoco essa diviene anche simbolo di indistruttibilità.
L’arca dell’alleanza è sicuramente il più importante tra i tesori venerati dagli antichi israeliti.
«Fai fare loro un’arca di legno di acacia: lunga due cubiti e mezzo, larga un cubito e mezzo e alta un cubito e mezzo. Ricoprilo con oro puro sia all’interno che all’esterno e fai una modanatura d’oro attorno ad esso» (Esodo 25: 10-11).
Così Yaweh ordina a Mosè di costruire tale oggetto mentre erano accampati nel deserto del Sinai, dopo aver abbandonato l’Egitto. L’arca, un simbolo potente che ha affascinato generazioni di persone, chiunque la toccava, la guardava, veniva fulminato all’istante; la potenza al suo interno era inconcepibile e trascendente alla nostra comprensione. Un simbolo tangente del divino che unisce immanenza e trascendenza e che rimane una delle immagini più suggestive di potenza, il cui destino è stato affidato alle pieghe della storia.
Parlare del fuoco è come parlare del mondo, del tempo, del passare delle diverse civiltà, dell’amore, della morte, della vita stessa. All’interno del fuoco si nasconde la simbologia esistenziale, l’uomo nasce dal fuoco e muore nel fuoco. La storia delle varie fasi dell’umanità, dalla sua scoperta, è costantemente ed intimamente legata al fuoco sia nella sua natura positiva sia nella sua natura distruttiva. Le guerre, la scoperta delle “armi da fuoco” sempre più perfezionate e distruttive, il Novecento con le due guerre mondiali, i lanciafiamme, la scoperta della bomba atomica e della bomba all’idrogeno ci insegnano che l’uomo è diventato padrone del fuoco ma nello stesso tempo ne è succube.
Tra il 1429 e il 1731, a Friburgo sono state giudicate 500 tra streghe e stregoni, in Svizzera circa 10.000 e in Europa tra le 30.000 e le 60.000 persone di cui 25.000 solo in Germania; il 70 e l’80% delle vittime erano donne e nel 60% dei casi il verdetto fu il rogo. Nonostante nel mondo moderno questa forma di condanna sia scomparsa da alcuni secoli in alcuni casi sono ancora frequenti le condanne a morte e i linciaggi che hanno come mezzo di esecuzione il rogo. Nel sud degli Stati uniti furono numerosissime le persone di colore o cattoliche bruciate su roghi improvvisati o nelle proprie case da membri del Ku Klux Klan. Durante la Seconda guerra mondiale il fuoco era spesso usato dalle truppe naziste per far scomparire i corpi delle rappresaglie contro la popolazione. Altri fautori di queste esecuzioni sono stati numerosi gruppi di terroristi islamici anche a scopo propagandistico.
Nel famoso romanzo “Fahrenheit 451” (che è anche la temperatura a cui la carta prende fuoco, circa 233° gradi Celsius) di Ray Bradbury del 1953 vi è un mondo dominato da una dittatura totalitaria che impedisce la lettura ed il possesso di libri, considerati un pericolosissimo strumento di libero pensiero. Essi vengono bruciati da uno specifico corpo di polizia. Il protagonista, Guy Montag, è un pompiere che anziché spegnere incendi brucia libri ossequioso della legge. La popolazione è succube della televisione e della radio, che sono gli strumenti in cui la dittatura diffonde le proprie idee prevenendo una guerra che pare imminente contro un nemico imprecisato. La distruzione dei libri, della cultura e quindi del pensiero è altamente simbolica e ci costringe a pensare a come l’uomo utilizza la potenza insita nel nome metaforico della parola fuoco per i suoi scopi ed usi meramente personali, cinici ed utilitaristici. Questo non lascia presagire ad un futuro benevolo dell’umanità. Il passato del fuoco sono le sue origini, la sua storia, il presente è quello che per l’uomo moderno rappresenta, mentre il futuro dipenderà dall’uomo o dal fuoco? Questa domanda spesso ricorre nei pensieri e nelle notti qualche volta insonni ed è di incerta risposta. Sicuramente l’uomo possiede il libero arbitrio e la facoltà di decidere, ma non sempre lo fa in maniera razionale e disinteressata. Noi proveniamo dal fuoco, senza di esso probabilmente la specie umana si sarebbe estinta da migliaia di anni, viviamo con il fuoco e molto probabilmente in esso torneremo.
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