Il work life balance al Parco San Rocco

Strumenti e riflessioni per migliorare il benessere dei collaboratori 

Lavoro in ambito sanitario da ormai ventisei anni, di cui ventitrè trascorsi in Canton Ticino in diverse strutture sanitarie per anziani. Ho conseguito la laurea nell’ormai lontano 1997. Nel corso di questi anni ho visto evolvere e mutare l’approccio e i bisogni degli utenti e familiari e, di conseguenza, anche quelli degli operatori sanitari che quotidianamente si ritrovano a gestire questo tipo di utenza. Io stesso ho modificato diverse volte il mio ruolo all’interno degli ambienti in cui ho lavorato: ho iniziato come infermiere, per poi diventare Capo reparto, Responsabile delle cure ed oggi Responsabile delle Risorse Umane e della Formazione del Parco San Rocco di Morbio Inferiore e Coldrerio. 

Sulla mia esperienza personale ho focalizzato la stesura di questo testo, riflettendo un’ipotesi di fondo legata al tema del work life balance, cioè la responsabilità individuale. Per garantire un adeguato bilanciamento tra vita lavorativa e vita personale, da un lato l’azienda dovrebbe fornire benefit e strumenti che vanno incontro a questo obiettivo, dall’altro i singoli individui, che prestano servizio, hanno una grande responsabilità verso sé stessi per raggiungere il proprio equilibrio. 

La mia passione per la crescita personale mi ha fatto avvicinare, ormai più di dieci anni fa, al fantastico mondo del coaching e ne ho fatto nel corso degli anni, oltre che una passione, un’attività lavorativa. Svolgo sessioni con singoli individui e con team sportivi e lavorativi, per permettere loro di acquisire abilità e consapevolezza per lavorare meglio insieme.  

Per ottenere il Master in gestione, frequentato in SUPSI/USI nell’anno accademico 2021/2022, ho sviluppato una tesi, sintesi di un progetto sviluppato al Parco San Rocco. In questo lavoro di diploma ho analizzato i seguenti elementi: (i) la descrizione del contesto in cui opero; (ii) la letteratura cartacea e presente nel web in merito al tema; (iii) l’analisi della situazione attuale del Parco San Rocco riferita al benessere dei collaboratori; (iv) la scelta di due obiettivi da sviluppare per migliorare il work life balance del personale presente; (v) i risultati raggiunti; (vi) il confronto con altre realtà di diversi settori; (vii) l’impatto economico avuto all’interno del Parco; (viii) i possibili sviluppi futuri. L’elemento che ha fatto la differenza all’interno di questo percorso, e che in genere è imprescindibile in qualsiasi tipo di progetto, è stato il coinvolgimento di una parte del personale, di diversi servizi, per elaborare idee e proporre spunti di miglioramento. I diversi gruppi di lavoro, che ho creato e gestito, mi hanno fornito dei bellissimi spunti e insegnamenti che porterò sempre con me. Al termine del “viaggio” ogni partecipante ha potuto guardare l’altro con occhi diversi rispetto all’inizio. 

Questa sintesi del mio lavoro di tesi mi offre lo spunto per approfondire il tema del work life balance e presentare alcuni strumenti. L’argomento del work life balance è di grandissima attualità, soprattutto in questo particolare momento storico, dove l’intero mondo si è ritrovato ad affrontare l’impatto del Covid sulla vita professionale e personale. Ho potuto constatare, leggendo diversi studi, come siano cambiate abitudini e condizioni psico-fisiche nel corso soprattutto di questi ultimi 3 anni. Questa è stata una motivazione per approfondire l’uso di tecniche di coaching tramite lezioni esperienziali, che permettessero ai vari partecipanti di vivere in sicurezza situazioni che ci si ritrova a gestire quotidianamente nei vari ambienti delle nostre case. 

Concetti come la definizione di obiettivi e le modalità per fornire e ricevere feedback, per esempio, sono temi che ognuno dovrebbe padroneggiare ed utilizzare consapevolmente per migliorare il tipo di prestazioni che forniamo ai nostri cari residenti e per aiutarci ad affrontare al meglio le sfide della propria quotidianità. All’interno del progetto condotto nell’ultimo anno, ho condiviso degli strumenti di auto consapevolezza che permettessero ai singoli operatori di comprendere il loro stato attuale di partenza relativo a vari aspetti della propria vita. 

Dopo una spiegazione dettagliata, ho fatto eseguire l’esercizio della “ruota della vita”. 

 

 

All’interno di essa sono presenti dieci aree strategiche, che è bene analizzare e autovalutare per comprendere quali sono gli aspetti da migliorare e verso i quali porre più attenzione, per stare meglio con sé stessi e di conseguenza con gli altri. 

L’aspetto interessante ed utile di questo comune esercizio, utilizzato nelle sedute di coaching, è l’effetto visivo che si ottiene riempiendo i diversi spicchi. Un esempio può mostrare cosa intendo: 

 

 

Infatti, dopo aver colorato i vari spicchi, si comprende dove impiegare energia e tempo per riequilibrare l’intera ruota. Per riuscirci in genere ci possono essere diversi modi, che possono cambiare in base all’area da migliorare e agli obiettivi che ognuno si pone. 

Il fattore principale che nel lungo periodo può fare la reale differenza è l’assunzione di responsabilità per prendersi cura di se stessi. Nessuno può farlo per noi, soprattutto in un momento storico del genere in cui il settore sanitario è stato enormemente sollecitato sotto diversi punti di vista sia fisici che psicologici. Si richiede sempre di più in termini di prestazioni e qualità delle stesse, fornendo sempre meno risorse, con il risultato che il singolo individuo e, di conseguenza, le aziende di cui fanno parte vanno in grande difficoltà.  

Riporto un estratto, tratto dal Manuale per eroi di tutti i giorni di Robin Sharma (2022), che può aiutarci ad affrontare la quotidianità lavorativa in un modo più funzionale ed equilibrato. Il testo corrisponde al paragrafo Il principio IPEP della positività accelerata. 

«Il vostro ecosistema plasma la vostra energia. E l’ambiente influenza il rendimento. Profondamente. Tutto ciò che vi circonda ha un forte impatto sul vostro modo di pensare, nutrire emozioni, creare ed agire. Tutto. Il vostro ecosistema personale include le persone con cui parlate, gli influencer che seguite, i media che usate, i libri che leggete, il cibo che mangiate, gli strumenti del mestiere che impiegate, i mezzi di trasporto che prendete, il luogo in cui vivete e quelli che visitate. Tutto contribuisce ad elevarvi alla condizione di leggenda o a ridurvi a una vita ordinaria. E questo mi porta a parlarvi del principio IPEP: immetti positività=emetti positività. 

Non potete trascorrere ore ogni giorno a guardare i telegiornali (creati per spaventarvi e indurvi così a continuare a seguirli, invece di mostrarvi l’immenso bene che si sta diffondendo nel mondo in questo preciso momento). Ammirare celebrità superficiali che si pavoneggiano, frequentare persone che vi fanno stare male, trascorrere il tempo in ambienti fisicamente tossici, ed allo stesso tempo sperare di attingere alla magia che moltiplica i vostri talenti autentici, e rispetta il vostro carattere perfetto.  

Per aumentare l’ispirazione dovrete fare ciò che aumenta l’ispirazione. So che sembra banale, ma spesso non lo facciamo. Proteggere attivamente la vostra positività per generare creatività e produttività non è comune in una cultura che incoraggia la medicazione tramite distrazione digitale e la fuga tramite sensazionalismo superficiale. Per ottenere ricompense che ha solo il 5% della popolazione, dovrete adottare le abitudini e i comportamenti che il 95% della popolazione non è disposta a praticare.  

Vi suggerisco di costruire un fossato di protezione attorno al vostro atteggiamento mentale più ricco di speranza e un muro attorno all’esuberanza delle vostre aspirazioni più elevate. Lasciate entrare solo i condizionamenti che alimentano l’entusiasmo, ottimizzano il talento che è in voi, stimolano la performance e celebrano i vostri doni originari. Difendete e proteggete i pensieri incoraggianti per i quali vi battete, creando una fortezza invisibile che non consentirà l’ingresso a persone o cose che minacciano la vostra grandezza.  

Perché non realizzerete mai la vostra impresa straordinaria e non esprimerete mai la vostra magia se il serbatoio dell’ispirazione è vuoto e se siete colmi di negatività. Ah, e già che ci siamo, fate in modo di riempirvi la mente e il cuore con ambizioni enormi così che non ci sia spazio per le preoccupazioni insignificanti. 

Gli artisti migliori lavorano in ambienti positivi, belli e tranquilli per un motivo fondamentale: questi luoghi attivano uno “stato di flusso”, un fiume di brillantezza alla portata di ciascuno di noi se strutturiamo il nostro ambiente di lavoro e impostiamo la vita privata in un modo che ci permette di dare il meglio. 

Gli artefici del mondo, ma anche gli eroi di tutti i giorni, desiderosi di mantenere la loro promessa, capiscono il principio IPEP. Si rendono conto che difendere positività, ispirazione e grandi speranze in un momento di negatività generale è fondamentale per produrre opere sublimi e per vivere un’esistenza piena di felicità, serenità e libertà spirituale.» 

Concludo affermando con estremo orgoglio e certezza che al Parco San Rocco, nel corso di questi anni, siamo riusciti a creare un ambiente lavorativo che riesce a mettere in condizione gli operatori di esprimere al meglio i propri talenti. 

Vi saluto ricordandovi che rispettare voi stessi è molto più importante che essere apprezzati dagli altri, poiché la vita è troppo breve per non sfruttare al massimo il vostro potenziale e questo vale in ogni ambito del nostro cammino. 

Per approfondire

https://www.sage.com/en-gb/blog/hr-support-better-work-life-balance-workplace/ 

https://sviluppo-personale.com/la-ruota-della-vita/ 

Sharma, Manuale per eroi di tutti i giorni. Risveglia la positività, aumenta la produttività, aiuta il mondo, TRE60, Milano, 2022.

 

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