Umanizzazione della presa in carico del paziente pediatrico in radiologia

Sentirsi protagonisti della propria salute 

«Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità», secondo la pedagogista Maria Montessori, che aggiunge «per insegnare bisogna emozionare». 

Emozionare positivamente e coinvolgere il bambino nel percorso diagnostico è stato l’obiettivo principale del progetto di riadattamento di alcuni degli spazi del servizio di Radiologia dell’Ospedale Regionale di Bellinzona,

afferente all’Istituto di Imaging della Svizzera Italiana, avviato nel 2020 con la sua nascita.  

Il progetto ha previsto la decorazione di alcune delle principali sale di diagnostica seguendo un percorso tematico ispirato a differenti ambienti, è così che la sala di radiologia convenzionale è diventata la “sala acquario”, quella ecografica la “sala savana”, quella di scopie “sala giungla” e la sala di preparazione alla Risonanza magnetica “sala spazio”.  

Non solo decorazione degli spazi, ma anche creazione di un gruppo di radiologi e di tecnici di radiologia medica specializzati nell’imaging padiatrico, ed aggiornamento del comparto macchine, in particolare con apparecchi di Radiologia convenzionale e Tomografia Computerizzata all’avanguardia volti alla riduzione della dose di esposizione secondo il principio di radioprotezione ALARA (“As Low As Reasonably Achievable”).  

La Risonanza Magnetica è uno strumento che permette alta sensibilità diagnostica, fondamentale nella popolazione pediatrica perché acconsente di effettuare diagnosi su patologie o malformazioni interessanti differenti apparati (sistema nervoso, mediastino, addome, osteoarticolare) senza impiego di radiazioni ionizzanti. È una metodica tuttavia limitata da tempi di acquisizione lunghi e sensibile ai movimenti, per cui è essenziale ottenere un’adeguata immobilizzazione preparando il paziente in funzione dell’età e alle sue possibilità collaborative. Il bambino a volte non accetta di sottoporsi all’esame perché spaventato dall’ambiente claustrofobico e soprattutto dal rumore intenso, o semplicemente per età incapace a restare fermo. Per tali problematiche in passato generalmente in pazienti fino a 7-8 anni era necessario effettuare l’esame in anestesia. 

Per il neonato viene attualmente impiegata la tecnica “feed and wrap” dove con delicatezza dopo la poppata, sfruttando il naturale addormentamento senza ausilio di farmaci, viene immobilizzato grazie al sostegno garantito dalla fasciatura e da un sistema dedicato di contenimento “vacuum”. Spesso la sedazione rimane l’unica soluzione nei bambini con età compresa tra 3 mesi e 5 anni. Evitare la sedazione è possibile nei bambini particolarmente collaboranti in età scolare, grazie a un piccolo simulatore a forma di astronave, chiamato “RM in gioco”, installato nel 2022 presso il servizio di Radiologia dell’Ospedale di Bellinzona, che aiuta i bambini a volare lontano dalle loro paure, preparandoli ad affrontare serenamente l’esame.  

La RM in gioco è uno strumento di simulazione utile per il bambino, le famiglie e l’ospedale, inventato dal Prof Pracros (Hospices civils de Lyon). Una ricerca clinica 2007-2009 da lui condotta su 300 bambini (3 – 10 anni) ha dimostrato che l’impiego di tale simulatore migliora la collaborazione dei pazienti durante l’esame RM permettendo di evitare circa l’87.5% delle anestesie generali, migliorando l’approccio del paziente pediatrico e delle famiglie con l’ospedale. Dalla sua creazione il simulatore è stato installato in 14 ospedali in Europa e Canada. 

È stato riscontrato un grande entusiasmo da parte dei bambini, che provano subito un senso di sorpresa e curiosità entrando nella saletta dello spazio. In questo stanza di nove metri quadrati è stato allestito un ambiente ad hoc, con luci, decorazioni e colori studiati per ricreare un’atmosfera serena e rilassata. Qui il paziente ha la possibilità di giocare con un modellino di mattoncini che riproduce il macchinario della risonanza magnetica e poi di entrare nel simulatore vero e proprio, che ha la forma di una piccola astronave colorata. Una volta che il bambino è sdraiato, la sua attenzione viene catturata da uno schermo che mostra dei cartoni animati: nel frattempo l’operatore gli chiede di rimanere fermo per registrare un video, mentre si riproducono i rumori simili a quelli della vera risonanza, in modo da abituarlo gradualmente. Al termine della simulazione, un grafico colorato mostra al bambino e ai genitori se è riuscito a rimanere immobile e in caso di successo riceve un piccolo premio, un antipasto del “diploma di coraggio” che verrà poi consegnato al termine della risonanza magnetica. Questo metodo consente di migliorare la qualità delle immagini acquisite, creando un ricordo gratificante dell’esperienza, in modo che il bambino viva in maniera positiva l’eventuale ritorno per un successivo esame di controllo. 

Un ruolo chiave è svolto dal pediatra e dai genitori, che in funzione del ventaglio di possibilità di svolgimento dell’esame, sono in grado di concordare con il personale del segretariato di radiologia la modalità più adeguata di preparazione dell’esame in base alle peculiarità del bambino. L’appuntamento pianificato per la simulazione rappresenta inoltre per i genitori un momento utile per comprendere se il proprio figlio potrà sostenere autonomamente un esame di Risonanza Magnetica o invece avere necessità di un appuntamento successivo per eseguire l’esame con un’organizzazione dedicata in sedazione.  

Essenziali per la riuscita sono le capacità degli operatori, in particolare segretarie e tecnici di radiologia volontari, che accompagnano il bambino nell’esperienza della simulazione, lasciandoli liberi di giocare all’inizio in stanza con spirito di scoperta, per poi accompagnarli e guidarli durante le differenti rumorose sequenze di simulazione che riproducono lo stesso suono della RM reale. 

In circa due anni 67 piccoli pazienti hanno potuto beneficiare di questo prezioso strumento in grado di ridurre in numero di esami in sedazione, ottimizzando i tempi e le risorse ospedaliere, in particolare se si considera che ogni anno si eseguono circa mille Risonanze magnetiche pediatriche (circa 730 all’ospedale di Bellinzona) di cui 180 in sedazione. 

Sottoporre a sedazione un paziente significa infatti impegnare personale per l’anestesia e comporta un ricovero per un periodo di osservazione di mezza giornata. È evidente che con il simulatore si riesce a selezionare meglio i casi in cui l’anestesia è davvero inevitabile, riducendo i costi e liberando risorse preziose per altre necessità dell’ospedale.  

Tante sono le idee in implementazione tra cui un opuscolo informativo a misura di bambino che consentirà al bambino di iniziare ad immergersi nell’atmosfera spaziale con associato un biglietto di “viaggio nello spazio”.  

In linea con il progetto della “patient experience” in Risonanza Magnetica è stato installato in uno dei due apparecchi un sistema “In-Bore” particolarmente adatto a pazienti adolescenti e/o claustrofobici, in grado di creare proiezioni visive in un’atmosfera che trasporta il paziente fuori dall’ambiente di imaging, in una realtà rilassante che sarà lui stesso a scegliere in svariate ambientazioni. Grazie a un’esperienza video coinvolgente, è possibile distrarre e intrattenere il paziente mentre si trova all’interno del tunnel, aumentandone la collaborazione. 

Obiettivo principale di questo progetto di implementazione è la compliance del paziente pediatrico, affinché possa sentirsi protagonista della sua salute.

Questi strumenti consentono non da meno di mitigare grazie ad un ambiente sereno l’importante carico emozionale che accompagna i genitori all’arrivo in radiologia, spesso in ansia sulla diagnosi che verrà posta. Lavorare in un ambiante “a colori” e con strumenti facilitanti consente ai radiologi, tecnici di radiologia medica e segretarie, di prendere in carico il paziente pediatrico con uno spirito di team ed in maniera più affine alle modalità del reparto di pediatria dell’Istituto pediatrico della Svizzera Italiana, implementando sinergie condivise tra i due istituti dell’Ente Ospedaliero Cantonale. 

Lo spirito collaborativo del personale sanitario e il sostegno degli Istituti è prova che si è sulla buona strada, testimonianza che il futuro sta diventando presente in linea con i suggerimenti di un articolo pubblicato nel 2011 sulla rivista Pediatric Radiology che si conclude con la seguente affermazione: «The Pediatric Radiology Department of the Future will be planned and built around the needs of children and their families and with a keen understanding of the needs of the pediatric imaging professionals taking care of them; it will provide the most precise and least invasive care, in the safest and most cost-effective manner, and in an environment that provides clarity, warmth and, ideally, a sense of wonder».  

 

Testimonianze segretariato 

Essere parte del progetto ha cambiato il nostro modo di lavorare e di vivere il rapporto con i piccoli pazienti e le loro famiglie. Ogni giorno, come segretarie di radiologia, non ci limitiamo più solo a gestire appuntamenti e pratiche amministrative, ma diventiamo un primo contatto che può fare la differenza nel loro approccio all’esame. Vedere i bambini affrontare l’esame con serenità, immaginandolo come un’avventura, ci porta grande soddisfazione. Ogni sorriso conquistato è una piccola vittoria che ci motiva ogni giorno. 

Bibliografia

R. Sze, “Building the Pediatric Radiology Department of the Future”, Pediatric Radiology, 41(Suppl 1), 247-249, 2011.

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